domenica 17 ottobre 2010

MLECNIK CHARDONNAY 2004 , NATURALMENTE SLOVENIA

La famiglia Mlecnik produce vino in Slovenia da quasi 200 anni. A partire dal 1982  a portare avanti la tradizione è Valter Mlecnik piccolo produttore di Bukovica, paesino al confine con l'Italia,  conosciuto nel 2009 a Villa Boschi nella manifestazione parallela al Vinitaly, Vino Vino Vino dove partecipano tutti i produttori del Gruppo Vini Veri e  La Reinassance du Terroir. Mi colpì allora  questo Chardonnay, per la sua complessità e la forte presenza dei tannini che se degustato a occhi chiusi sarebbe sembrato di bere un rosso, accompagnati da una viva acidità, capirete che stiamo parlando di un vino di difficile comprensione, inusuale ma che allora mi convinse a tal punto che decisi di acquistarne una bottiglia.
Ho un bellisimo ricordo anche di Valter un uomo pacato e gentilissimo innamorato della sua terra che mi spiegò in poche parole  il suo pensiero, che vi riporto: " Tutto quelllo che la natura crea, è perfetto nella sua unicità. L'unica cosa di cui ha bisogno è la possibilità di maturare in pace e compiere la sua missione. Naturale significa che tutto è collegato e in armonia con tutto".
Comunque venerdi pomeriggio mi sono deciso ad aprirla per poterla bere a cena.
La sorpresa è stata grande  nel bicchiere si presentava di un colore ambra intenso dai riflessi color rame, nel versarlo mi sono accorto di una grande consistenza, a quel punto ho pensato di aver aperto un vino ormai andato!
Fino a che non sono stato travolto da l'intensità dei profumi, allora mi sono deciso di avvicinare il naso al bicchiere dopo una breve ma decisa roteazione e mi sono trovato davanti ad un vino sicuramente complesso: (sensazioni personali) profumi di frutta secca fra tutti la nocciola, scorza di arancia, miele di tiglio, smalto-vernice, caramello...non voglio annoiarvi.
All'assaggio il vino è completamente cambiato da come me lo ricordato è diventato decisamente morbido, sapido con una notevole freschezza e intenso e lunghissimo, in bocca ritornano decise le sensazioni di nocciola e miele di tiglio, scorza d'arancia.
Unico "difetto" secondo me è la gradazione alcolica che rende difficile berne più di un bicchiere,da ritiro di patente con i soui 14,8 gradi dichiarati in bottiglia.




Secondo me è sicuramente un Bianco da bere d'inverno con piatti molto strutturati e grassi, pesce in umido senza escludere le carni rosse, un vino di difficile comprensione se siete persone a cui piace provare qualcosa di diverso ve lo consiglio o  evitatelo se vi piacciono i bianchi leggeri e beverini.

2 commenti:

  1. Inusuale è l'aggetivo esatto.
    Complimenti comunque sei bravissimo a scrivere :)

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  2. Non so se sono bravo , sicuramente ci metto grande passione!

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