giovedì 20 gennaio 2011

VIGO ETNA ROSSO 2008...... VIGNA RISPARMIATA DALL'ETNA


Nel 2009, in contemporanea al Vinitaly, si è svolta la manifestazione "VINO VINO VINO"  a cui hanno partecipato aziende appartenenti al " Gruppo Vini Veri; La Renaissance du Terroir etc...".  (Incuriositi ) Io e il mio amico Stefano decidiamo di andare a Verona a Villa Boschi  . Dopo alcuni assaggi pessimi e altri straordinari ( tra cui Paolo Bea) ci avviciniamo ad un tavolo su cui sono esposte delle bottiglie curiose,  borgognotte, con in rilievo  una vite ad alberello...... Incuriosito mi fermo ad osservare i nomi: Vinupetra; Vinudilice; Vinujancu; Il Cantante (il famoso vino prodotto da Mick Huknall dei Simply Red); Vigo Etna Rosso, della Fattoria Romeo del Castello. Sono tutti i vini riuniti ne I Vigneri, “consorzio” fondato da l'enologo Salvo Foti.
Li assaggio tutti e tutti mi sono sembrano straordinari, per la prima volta mi trovo ad assaggiare  vini siciliani così fini ed eleganti.
A servirli e a rappresentare tutti questi vini c'è una ragazza gentilissima, Chiara Vigo, proprietaria della Fattoria Romeo del Castello insieme alla mamma Rosanna (non presente quella volta). Mi parla del suo vino e della storia dell'etichetta, che per motivi legislativi legati alla Doc Etna  non ha potuto mettere sulla sua bottiglia, poi mi espone il suo progetto: creare un museo del vino in azienda, insomma una ragazza piena di idee “vulcaniche”.

La vecchia etichetta
 L’anno dopo, a maggio del 2010, deciso a scovare qualche vino siciliano adatto alla mia futura enoteca attoadivenire, mi tornano in mente quei vini straordinari degustati a Verona e decido di contattare direttamente il fondatore dei “I Vigneri”, Salvo Foti, che disponibilissimo mi invita ad andare a trovarlo sull’Etna.
Prenoto subito l’aereo e noleggio una macchina!

Ad  aspettarmi quel giorno c’era Maurizio Pagano, l’agronomo ufficiale dei “I Vigneri” che , dopo avermi fatto visitare Vigne bellissime fino a 1300 mt di altitudine (parlerò in seguito di queste Vigne), mi accompagna proprio davanti all’azienda di Chiara Vigo. Appena scendo di macchina rimango a bocca aperta, non avevo mai visto una cosa del genere! Mi volto verso Maurizio:”Ma cos’è successo qui?”. Maurizio, da buon  Etneo, mi racconta con tranquillità, che in occasione di una grande eruzione dell’Etna nel 1981, un enorme fiume lavico spazzò via case, vigne e boschi, ed indicandomi il Vulcano mi fa notare il segno lasciato da quell’eruzione ancora visibile a distanza di 20 anni.
Il fiume distruttivo, però, arrivato a pochi metri da la Vigna “La Fruttiera” dell’azienda di Chiara, si ferma miracolosamente cambiando direzione e scivolando lentamente nel fiume Alcantara.
Non riesco a credere alle mie orecchie sarà sicuramente un caso o una fortuna ma un appasionato di vino come me preferisce pensare che sia stato l’Etna a decidere di salvare questa Vigna, anche se forse questa è solo una fantasia.
Inutile dire che una storia così ha decisamente aumentato in me la curiosità di assaggiare il nettare di quella vigna quasi  centenaria. Quindi saluto calorosamente Maurizio e mi accingo ad entrare alla Fattoria Romeo del Castello.


Oltre a Chiara era presente anche la madre, la signora Rosanna. Alla sorpresa della storia raccontata da Maurizio si aggiunge immediatamente la bellezza del posto, che sembra si sia fermato nel tempo, come dice la scritta scolpita nella pietra all’ingresso della casa “1700..” (non ricordo di preciso l’anno).
La signora Rosanna mi invita subito a visitare la vigna e il magnifico ambiente che le fa da contorno.
I fattori che fanno pensare ad un luogo dove si produce un grande vino erano tutti presenti: l’Etna alle spalle e davanti il fiume Alcantara, tutt’intorno alberi secolari come Pini,  Gelsi, Castagni.  Tra questi Chiara si sofferma a farmi notare un Ulivo, chissà di quanti anni, con una base dal diamentro di almeno tre metri, all’interno del quale erano nate addirittura due Querce ed un altro Ulivo… senza parole!

Scusate la foto non sono stato molto bravo

Chiara riperende il discorso appena accennato un anno prima a Verona, raccontandomi che  oltre ad essere una “giovane produttrice”, è stata alunna di Umberto Eco, occupandosi a lungo di etichette del vino create da artisti. Ha pubblicato il volume “Arte e vino. L’etichetta d’autore come immagine del gusto”.
 Un giorno vorrebbe creare un museo della vite, del vino e dell’etichetta ed allestirlo all’interno della sua vecchia cantina, dove mi accompagna. Un altro luogo straordinario che ti riporta alle cantine di 100 anni fa, vecchie botti con rubinetti d’ottone e vasche di cemento per la pigiatura dell’uva, sopra le quali un’apertura nel muro, accesibile solo attraverso l’esterno, permetteva di gettare le uve raccolte. Questo luogo è intriso di cultura e pace… ma le sorprese non sono ancora finite.  

(Scusate ancora) Il futuro Museo

Per la degustazione dell’unico vino dell’azienda entriamo in “casa “, una bellissima casa,  in stile liberty, con stanze affrescate dal nonno della signora Rosanna per sua moglie, le rondini.
In cucina, su un bellissimo tavolo di legno antico è appoggiata la Bottiglia tanto desiderata ci sediamo e incomincio ad esplorare il bicchiere. Il colore è un bel Rubino vivo dalle eleganti trasparenze, al naso mi emoziona per l’eleganza (proprio come me lo ricordavo), profumi floreali di rosa, fruttati di amarena ed una leggera speziatura, in bocca è  tutta freschezza e mineralità con tannini fini e finale  lungo e fruttato.
Con rammarico era giunto il momento di salutare la signora Rosanna e la gentile Chiara con la promessa di rivedersi presto, magari in giro per l’Italia, chissà, forse proprio in un’altra manifestazione.
Oggi, Gennaio 2011, ancora non sono riuscito a rivedere Chiara e la signora Rosanna ma con piacere ho ricevuto per la mia enoteca la nuova annata del Vigo Etna Rosso e sono passato subito alla degustazione  per ravvivare il ricordo di quella stupenda giornata.

VIGO ETNA ROSSO 2008:
Colore Rubino intenso con una bellissima trasparenza tipica dei vini fatti con il Nerello Mscalese e Nerello Cappuccio, al naso ritrovo la stessa eleganza ricordata, ma mi sorprende per la complessità,  con profumi di rosa, di frutta rossa, grafite… in bocca molto intenso, ritrovo la freschezza e mineralità, il tannino è fine e  persistenza lunghissima. È la seconda annata di Chiara ma ha già raggiunto secondo il mio umile parere  grandi livelli. 


venerdì 7 gennaio 2011

CHIANTI CLASSICO RISERVA RANCIA 2001 FELSINA

Nel 2006, fresco di diploma Ais, decido di andare in visita alla Fattoria di Felsina allora non ancora SPA ma il proprietario era Giuseppe Poggiali insieme al cognato Giuseppe Mazzocolin.
La decisione di fare questa visita nasce da un articolo di (il grande) Luigi Veronelli che diceva così a riguardo dei vini di quest'azienda:"Ippolito Nievo, nelle confessioni, ha utilizzato l'aggetivo balsamico, non ricordo se per un vino o per un distillato." Il Grande scrittore veneto, ma di salde radici friulane, voleva sottolineare le doti odorose, fragranti e profumate di ciò che beveva. Così che mi trovo, con qualche stupore, ad aver scritto subito dopo l'assaggio del Fontalloro, rubino carico, completo: balsamico. E' un vino che sollecita fantasie addirittura psichedeliche. Peraltro nasce da uve di viti in 2 placche geologiche assai differenti. D'Annunzio più volte ha scritto 'candidare' nel senso di render candido, e per traslato, purificare. E' quel che mi succede - vuoto di violenze e carico di rabbia - ogni volta che incontro questo mio vignaiolo così poeta e così capace di lavorare per vini e oli superbi, la Terra. Mi candida. Come si fà a resistere dopo una descrizione così ?


Mi ricordo della Fattoria di Felsina come di un posto dove il tempo si è fermato, di un silenzio e una pace a cui noi  animali di città non siamo abituati, una cantina sotterranea bellisima, unico neo della visita è stata la ragazza che mi ha accompagnato in tutto il tour che al momento della degustazione esordisce con una frase così :"Meno male che questo anno ci sono stati pochi italiani  in visita, comprano solo due o tre bottiglie non come gli stranieri che ne comprano almeno una cassa!" Non merita alcun commento...
Meno male che prima di quella visita avevo acquistato un po' di bottiglie per conto mio, perchè dopo mi sono rifiutato di comprarne altre pensando che i miei soldi andassero ad una persona così......
Comunque dopo un po' di tempo mi è venuta nostalgia di quei "vini" che riuscivano a "candidare"  il "Gino".
Questa sera decido di aprire una bottiglia di Chianti Classico Rancia Riserva 2001.....


"Il vigneto dell’antico podere Rancia, situato oltre 410 mt sopra il livello del mare. Questo vigneto, interamente all’interno del Chianti Classico, manifesta le caratteristiche climatiche e di suolo di una terra che si apre su tutta la valle di Siena e si raccorda, non solo idealmente, alle zone d Montalcino, di Montepulciano e della Maremma.
Dal 1983 il Sangiovese in purezza a Rancia interpreta fedelmente la connotazione “di terra” di questo vino, esprimendo una persistenza, una vitalità e una finezza del tutto uniche e particolari. "



Un grande Vino dal colore granato, al naso non entusiasma per intensità ma per la sua grandissima eleganza in primis confettura di amarena ma quello che colpisce sono bellissimi profumi che mi ricordano viola e rosa appassite e un lieve sentore di bacche di ginepro, in bocca è un vino equlibrato, tutto al femminile (nel senso che è molto fine, qualità che a noi uomini scarseggia un po'), è puro velluto con tutte le sue componenti : acidità, tannino, alcool...che si equivalgono. Sapidità e persistenza sono da fuoriclasse!


Sono contento di aver aperto questa bottiglia che mi ha fatto ricordare la grandezza di un territorio come quello di Castelnuovo Breardenga.