venerdì 24 settembre 2010

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La mia filosofia

 “Atto a divenire” … qualcuno si chiederà perché questo nome. Per chi lavora tutti i giorni in cantina questa è sicuramente cosa nota.
“Atto a divenire” è la denominazione che un vino ha quando ancora non è stato registrato come doc, docg, igt,… Durante le visite alle aziende fatte in questi mesi, più volte ho letto questa scritta su lavagnette appese alle botti e ogni volta ho avuto la sensazione che riuscisse ad esprimere, in modo anche romantico, il senso dell’attesa e delle cure che sono necessarie per fare in modo che il vino possa esprimere al meglio tutte le sue potenzialità.
Questa attività nasce infatti prima di tutto da una mia grande passione, anzi DALLA MIA grande passione: il vino … e il suo mondo.
Col rifiuto dei vini cattivi , sofisticati, con la ricerca di quelli veri, quindi anche buoni, facciamo onesta contestazione. Difendiamo con leciti interessi di categoria, l’interesse più vasto per il vino. Per quel vino in cui tutto – vendemmia, vinificazione, assaggio – può ancora essere oggi, soprattutto oggi, in tempi di meccanizzazioni e di affanni, gioia e verità. Il vino è un valore reale perché ci regala l’irreale”. Con queste parole si esprimeva Luigi Veronelli e ho scelto proprio queste parole perché esprimono l’essenza dell’idea che ho del vino. Devo ad una grande persona come lui l’inizio di questa mia passione, è lui che mi ha insegnato, senza purtroppo averlo mai conosciuto, come avvicinarsi al vino, come leggere e utilizzare le guide, soprattutto quelle che hanno il merito di presentare ad un pubblico più ampio aziende fino allora poco conosciute, ma anche quelle che riconoscono il valore di aziende storiche e ormai note, senza però lasciare che tali guide possano influenzare le nostre personali scelte. Ho sempre cercato di fare in modo che l’acquisto di un vino o anche semplicemente il piacere dopo un assaggio, non fosse guidato da pluripremiazioni o celebrazioni, ho invece cercato di creare una mia personale cultura che mi permetta di godere di un vino senza necessariamente che sia qualcun altro a stabilirlo.
Luigi Veronelli mi ha insegnato che per conoscere veramente un vino non è sufficiente berlo, occorre degustarlo (come i validissimi corsi AIS insegnano), conoscere le aziende e i luoghi dove le uve sono state coltivate, parlare con i i produttori, scoprire le loro idee, la passione e anche le fatiche che hanno portato quel vino a nascere e che quel vino sempre esprime.
Quindi è a Luigi Veronelli … e a voi, che spero apprezzerete tutto questo con me, che dedico la mia attività.
Quindi parlero di vini che rispettano un'idea che nasce da una domanda che mi è stata fatta da un produttore di Montalcino:
Cosa si intende per Vino dallo Stile Italiano?
Mi ha spiazzato!
 In giro per l’Italia, ho spesso ripensato a quello scambio di opinioni e ho concluso che, a mio umile parere, lo Stile Italiano è:
vini da monovitigno (dove la tradizione non ne prevede più di uno);
vini legati alla storia di un territorio;
vini specchio della natura di un territorio;
vini a volte difficili da comprendere;
vini che nel loro ciclo produttivo rispettino la natura;
vini con un uso sapiente del legno, che sia barrique o botte grande, basta che questa non ne stravolga la vera natura;
E nel mio piccolo cercherò di far conoscere  vini con queste caratteristiche.

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